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CooRdinatoRi E. Torre, M. Casacchia

abuso di sostanze psicotrope e patologia psichiatrica: un’analisi epidemiologica

P. Zeppegno, E. Torre

SCDU Psichiatra ASO Maggiore della Carità di Novara, Università del Piemonte Orientale “A. Avogadro”, Novara

Introduzione: sempre più frequente è il consumo, in-

dipendentemente dall’età o dall’anamnesi psichiatri- ca, di sostanze stupefacenti. In particolare, in tutti i Paesi vi è un incremento del consumo di cannabinoi- di: circa il 20% della popolazione giovanile ne fa uso almeno una volta la settimana. È inoltre più evidente la comorbilità tra patologia psichiatrica e abuso di sostanze: la prevalenza di qualunque tipo di disturbi

dell’umore e disturbi d’ansia, non indotti da intossica- zione acuta, è del 30-60% a seconda della specificità diagnostica e della sostanza utilizzata. In relazione al consumo di cannabinoidi sempre maggiori sono le evidenze di un aumentato rischio di disturbi psicotici, al di fuori dell’intossicazione acuta, con effetto dose- dipendente.

Metodi: verranno presentati i dati relativi al consumo

di sostanze psicotrope in pazienti ospedalizzati presso SCDU Psichiatria Novara e discussi alla luce di una re- visione della letteratura sull’argomento.

risultati: rispetto alla casistica presentata verrà fatto par-

ticolare riferimento alla tipologia di sostanza utilizzata e alle modificazioni del consumo nel tempo, in relazione anche alle specifiche diagnosi. Particolare attenzione verrà prestata al consumo di cannabinoidi ed ai quadri

clinici associati, soprattutto in relazione ai dati epide- miologici che indicano un crescente effetto dannoso di tale sostanza, attribuibile anche ad un incremento della quantità di principio attivo. Secondo obiettivo è quello di descrivere, rispetto ai pazienti con sola diagnosi psi- chiatrica, le modificazioni dei quadri clinici nei soggetti che usano o abusano di sostanze, rispetto alla “psicopa- tologia classica”.

conclusioni: un approfondimento circa le modificazioni

del consumo di sostanze psicotrope e delle conseguen- ze sul piano psichico, sia a breve che a lungo termine, può essere utile al fine di mettere in atto migliori strate- gie preventive e terapeutiche.

Nuove e vecchie sostanze: l’effetto sulle abilità

L. Varetto

Università di Torino

I problemi medico-legali connessi all’abuso di sostanze d’ogni genere sono disparati. Si inizia dalla stessa iden- tificazione delle sostanze di abuso, che – analogamente a quelle dopanti – sono in continuo aumento sia per quanto riguarda l’entità del consumo sia per la varietà dell’offerta presente sul mercato. Le differenti modali- tà di consumo (occasionale, continuativo, con o senza vera e propria dipendenza) e le diverse caratteristiche delle sostanze pongono problemi rilevanti per quanto riguarda, per esempio, l’idoneità alla guida o all’uso delle armi. La disponibilità di metodi della tossicologia ormai sensibilissimi (si pensi all’analisi del capello) ridu- ce di molto la possibilità per il consumatore di sfuggire ai controlli ma non costituisce una reale garanzia per la collettività.

Per quanto riguarda gli effetti mortali, più che di nuove droghe si dovrebbe parlare di nuovi consumatori. Lo stereotipo del “drogato” di 20 o 30 anni fa è ormai superato ed è sostituito dalla figura del consumatore più o meno abituale. Questo grazie soprattutto alla ri- duzione dei costi delle sostanze reperibili sul mercato, che consente al consumatore di mantenere un tenore di vita anche del tutto normale, spesso senza la neces- sità di delinquere. È così che capita di osservare morti per overdose di persone “insospettabili”, più esposte a questo genere di incidente proprio per l’occasionalità del consumo e la scarsa dimestichezza con i pericoli di queste sostanze (tra le quali l’eroina è ancora pre- valente).

Per quanto riguarda il medico, l’insidia insita in ogni nuova patologia si accompagna alle caratteristiche peculiari delle patologie di interesse psichiatriche e di quelle indotte dalle sostanze di abuso o ad esse associate. Un aspetto del tutto peculiare risiede poi nel fatto che vi è ampio abuso di sostanze che vengo- no anche prescritte a scopo terapeutico. Questo può rendere difficile tracciare un limite tra prescrittore e spacciatore, con riflessi giudiziari assai pesanti per il medico.

epidemiologia delle dipendenze

e dei comportamenti di abuso un quadro interregionale nel contesto europeo attraverso l’analisi di diverse fonti informative

R. Siliquini, S. Chiadò Piat

Dipartimento di Sanità Pubblica e di Microbiologia, Università di Torino

La dipendenza rappresenta una vera e propria patologia che si caratterizza per la multifattorialità eziologica e i numerosi outcome di salute ad essa riferibili.

Se, infatti, esistono indiscutibili differenze tra le diverse sostanze nel loro impatto sociale (ad esempio fumo e alcol), tutte sono responsabili di patologie gravi e nu- merose che oltre a rappresentare una indubbia perdita di salute individuale, incidono pesantemente, anche dal punto di vista economico, sulla società.

La scarsa conoscenza sui fattori in grado di favorire la dipendenza, poi, spesso non permette la programma- zione di campagne preventive mirate a sottopopolazio- ni particolarmente a rischio.

Ci pare utile, ai fini di indirizzare la futura ricerca ol- treché le policies, fornire dati comparativi a livello re- gionale (micro- e macro-regioni europee e nazionali) in grado quantomeno di evidenziare aree geografiche in cui i problemi legati alle dipendenze sembrano mag- giormente rilevanti.

In alcuni casi si tratta di dati derivati da flussi informativi correnti, in altri di informazioni ottenute da indagini ad hoc campionarie.

Laddove possibile sono stati evidenziati degli andamen- ti temporali che consentono una valutazione di effica- cia, seppur indiretta e certamente parziale, di eventuali interventi di prevenzione primaria adottati nelle diverse aree.

Vecchie e nuove droghe: meccanismi patogenetici ed approcci farmacologici della dipendenza

S. Brunelleschi

Dipartimento di Scienze Mediche, Facoltà di Medicina, Chirurgia e Scienze della Salute di Novara, Università del Piemonte Orientale “A. Avogadro”

Negli ultimi anni, differenti Osservatori Epidemiologici hanno registrato profondi mutamenti nelle modalità di consumo delle molecole di abuso, lanciando un ulte- riore allarme riguardo la diffusione delle droghe nella popolazione giovanile. A fronte di un minor utilizzo di eroina, si registrano: a) una forte ascesa del consumo di cocaina ed altri psico-stimolanti; b) un’aumentata ten- denza alla poli-assunzione; c) un notevole consumo di alcool (soprattutto, assunto con modalità di uso compul- sivo, il “Binge”, spesso in occasione di feste).

Fra le “nuove droghe” a più larga diffusione nelle fa- sce giovanili, si ricordano il “Popper” (nitrito di amile, vecchio vasodilatatore, di comune vendita nei sexy-

shop), la ketamina (anestetico dissociativo e potente allucinogeno), lo “Shaboo” (superamfetamina o “ice”, dall’aspetto di “sale grosso”, metamfetamina partico- larmente pura), la Salvia Divinorum (allucinogeno, reperibile nelle erboristerie e oggetto di particolare at- tenzione per l’ampia diffusione su Internet), Kobrett o Cobret (eroina da fumare, di basso valore commerciale), la Ayahuasha (allucinogeno, ritenuto ancor più potente di LSD), la cosiddetta “ecstasy liquida” (in realtà, GHB o acido gamma-idrossibutirrico, tristemente nota anche come droga da stupro), la “droga di Hither” (Ya-Ba, o nazidrug, o ecstasy Thai, considerata tra le più perico- lose e già utilizzata nella Seconda Guerra Mondiale) ecc. Ovviamente, non vanno dimenticate le altre, ormai “vecchie”, droghe, quali alcool, eroina ed altri oppioidi, cocaina, derivati della cannabis, ecstasy ecc.

I meccanismi cellulari e molecolari coinvolti nell’abuso e dipendenza da sostanze sono stati studiati in maniera approfondita, soprattutto per gli oppiodi e la cocaina; purtroppo, non sono ancora ben apprezzati i processi responsabili del “craving” e della “ricaduta”, i due pro- blemi per eccellenza.

In linea generale (e mai contraddetta negli innumerevoli studi finora compiuti con le più svariate sostanze), le so- stanze in grado di indurre dipendenza attivano la via del “reward” (gratificazione), ovvero la via dopaminergica mesolimbica che, dall’area tegmentale ventrale, va al nucleo accumbens e alle regioni limbiche, ed aumenta- no il rilascio di dopamina.

L’effetto “gratificante” delle differenti molecole di abuso dipende dall’attivazione di questa via: saranno discussi i possibili meccanismi molecolari e recettoriali coinvolti.

riflessi giudiziari penali dell’abuso di sostanze

M. Grandolfo

Procura della Repubblica presso il tribunale di Novara L’equiparazione normativa dell’uso e dell’abuso. La scelta legislativa di non punibilità del consumo, a fronte del grave trattamento sanzionatorio previsto per le condotte ricomprese tra la produzione e la cessione a terzi. La giurisprudenza più recente utilizza un concetto di “uso esclusivamente personale” (non punibile) molto ampio, superando le presunzioni quantitative (tipo dose media giornaliera e simili) ed imponendo una valutazio- ne complessiva della condotta del detentore per poterlo condannare (modalità di presentazione della sostanza, peso lordo, confezionamento frazionato ed altre circo- stanze dell’azione).

L’imputabilità del consumatore rispetto ai reati commes- si. In particolare, l’assunzione volontaria di sostanze stu- pefacenti non incide sulla responsabilità penale ed anzi l’assunzione preordinata al fine di commettere un reato comporta un aumento di pena; tuttavia l’intossicazione cronica (“permanente ed irreversibile”) è equiparata al vizio di mente, totale o parziale.

I reati “indirettamente” connessi all’uso (cioè finalizza- ti a consentire l’acquisto delle sostanze): generalmente reati contro il patrimonio, quali furto e rapina.

Il reato “direttamente” connesso all’uso (guida sotto l’ef- fetto di stupefacenti): recente aggravamento delle san- zioni.

SabaTO 14 FebbraIO 2009 – Ore 11.10-13.10

Sala PeRugino

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