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CooRdinatoRe C. Marchesi

alessitimia e psicopatologia della schizofrenia

C. Maggini

Dipartimento di Neuroscienze, Università di Parma Il ruolo della alessitimia nel modellare la psicopatologia della schizofrenia è stato suggerito da vari studi. La pre- sente indagine, condotta in schizofrenici cronici ha evi- denziato che la TAS-20 ha una struttura a 4-fattori (alcuni tratto-dipendenti, altri stato-dipendenti) con molteplici correlazioni con le dimensioni positiva, negativa, disor- ganizzata, depressiva, anedonica e con i sintomi di base. I risultati inducono a riconsiderare criticamente la con- cezione, da alcuni AA proposta, della Alessitimia come compromissione del linguaggio ricettivo ed espressivo, correlata alla matrice personologica, che ostacola lo svi- luppo della sintomatologia positiva e favorisce quello della sintomatologia negativa.

alexitimia e disturbi dell’umore

C. Marchesi

Sezione di Psichiatria, Dipartimento di Neuroscienze, Università di Parma

Introduzione: è tuttora oggetto di discussione se l’alexi-

timia sia da considerarsi un tratto di personalità che pre- disponga un individuo alla depressione maggiore (DM). Questa ipotesi si basa sull’osservazione che nei pazienti affetti da tale disturbo le differenze inter-individuali dei livelli di alexitimia rimangono stabili nel tempo, benché nei singoli individui si possa osservare una loro riduzio- ne associata al miglioramento sintomatologico (cosid- detta stabilità relativa). Tuttavia, la stabilità relativa non fornisce informazioni sui livelli premorbosi di alexitimia e quindi non rappresenta un data incontrovertibile a supporto dell’ipotesi di tratto.

Nel presente studio, i livelli di alexitimia sono stati va- lutati prima, durante e dopo l’insorgenza di un episodio depressivo.

Metodi: in donne in gravidanza, che si rivolgevano ai

Consultori per l’Assistenza Prenatale, sono stati valutati, con cadenza mensile:

la presenza DM e di depressione sotto-soglia, uti- lizzando il Primary Care Evaluation of Mental Di- sorders;

i livelli di alexitimia, utilizzando la Toronto Alexi- thymia Scale;

la gravità dei sintomi ansiosi e depressivi, utilizzan- do l’Hospital Anxiety and Depression Scale.

risultati: 149 donne sono state incluse dello studio: in

16 è stato diagnosticato un episodio di DM, in 21 un episodio di depressione sotto-soglia, mentre le rimanen- ti 112 non hanno presentato una sintomatologia depres- siva durante l’intera gravidanza.

Le donne che hanno sviluppato un episodio depressivo hanno mostrato livelli premorbosi di alexitimia e di gra- vità dei sintomi ansioso-depressivi sovrapponibili a quelli delle donne non depresse, un significativo aumento degli stessi durante la fase depressiva e una loro diminuzione dopo la remissione. Nessun cambiamento significativo dei livelli di alexitimia e di gravità dei sintomi ansioso- depressivo sono stati osservati nelle donne non depresse.

conclusioni: i dati del presente studio sembrano indi-

care che in donne in gravidanza l’alexitimia non rap- presenti un tratto di personalità che predisponga ad un episodio depressivo ma un fenomeno dipendente dallo stato di malattia.

alessitimia e disturbo di panico

S. Galderisi, F. Mancuso, A. Mucci, S. Garramone, R. Zamboli, M. Maj

Dipartimento di Psichiatria, Università di Napoli - SUN Nei pazienti affetti da disturbo di panico (DP) la diffi- coltà di identificare, esprimere e modulare l’esperienza emozionale potrebbe essere alla base della persistente vulnerabilità agli attacchi di panico.

Una serie di studi ha documentato, in questi pazienti, una scadente elaborazione degli stimoli a contenuto emozionale, la tendenza a interpretare come minacciosi gli stimoli ambigui, la tendenza a elaborare preoccupa- zioni somatiche nelle situazioni stressanti e la difficoltà a stabilire relazioni tra gli attacchi di panico ed even- tuali stimoli emozionali scatenanti. Tali caratteristiche potrebbero essere sottese da una disfunzione dei circuiti fronto-temporo-limbici.

Tale ipotesi è stata verificata dal nostro gruppo in al- cuni studi finalizzati a dimostrare che i pazienti con DP, rispetto ai controlli sani, presentano una maggiore prevalenza di alessitimia, una maggiore difficoltà di ela- borazione degli stimoli a contenuto emozionale e una prestazione più scadente ai test neuropsicologici che ❚

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valutano l’attività dei circuiti fronto-temporo-limbici. L’alessitimia, le abilità cognitive generali, l’attenzione selettiva e sostenuta, la memoria di lavoro, la memoria secondaria, l’apprendimento incidentale, la suscettibi- lità all’interferenza di stimoli cognitivi ed emozionali e l’abilità di riconoscere le espressioni facciali, è stata valutata in 28 pazienti affetti da DP, che non assume- vano farmaci psicotropi da almeno 4 settimane, e in 32 controlli sani.

L’alessitimia è risultata più frequente nei pazienti rispet- to ai controlli. Le abilità cognitive verbali e la capacità di inibire l’interferenza da parte di parole panico-correlate e di stimoli non verbali è risultata compromessa nei pa- zienti rispetto ai controlli. L’apprendimento incidentale spaziale è invece risultato migliore nei pazienti rispetto ai controlli. L’ansia, i sintomi dell’attacco di panico e le abilità cognitive verbali hanno mostrato correlazioni significative con l’alessitimia.

I nostri risultati confermano l’ipotesi di una disfunzione dei circuiti fronto-temporo-limbici (in particolare a ca- rico delle aree orbitofrontali e del giro del cingolo) nei pazienti affetti da disturbo di panico.

alexithymia e disturbi di somatizzazione

P. Porcelli

Servizio di Psicodiagnostica e Psicoterapia, IRCCS Ospedale De Bellis, Castellana Grotte (Bari)

A differenza di quanto si è ritenuto nei primi anni del suo sviluppo, il costrutto di alexithymia viene oggi considerato una dimensione (quindi non una catego- ria nosografica) di personalità che costituisce uno de- gli elementi di vulnerabilità aspecifica (quindi non una sindrome psicopatologica) di un’ampia categoria di di- sturbi della regolazione affettiva. Il legame con i pro- cessi di somatizzazione però è molto forte. In questa presentazione verranno esaminati alcuni risultati dal- la letteratura che evidenziano l’associazione fra i due costrutti di alexithymia e di somatizzazione: 1) tassi di prevalenza dell’alexithymia in gruppi clinici di pazienti con disturbi somatici (in rapporto ai gruppi con disturbi psicopatologici) ed associazione dell’alexithymia con la somatizzazione nella popolazione generale; 2) in- fluenza dell’alexithymia nei meccanismi fisiopatologici (attivazione autonomica, reazione fisiologica di stress, meccanismi immunitari); 3) associazione fra alexithy- mia e fattori rischio per la salute fisica (comportamenti a rischio, disadattamento generale, eventi di mortalità); 4) associazione dell’alexithymia con il meccanismo di amplificazione somatosensoriale e di comportamento di malattia in alcune condizioni cliniche (infezione da HIV, disturbi cardiovascolari, dolore da cancro, disturbi funzionali gastrointestinali); 5) influenza dell’alexithy- mia nell’esito del trattamento in alcuni ambiti medici (endocrinologia, gastroenterologia, cardiologia, onco- logia).

MercOledì 11 FebbraIO 2009 – Ore 15.30-17.30

Sala BoRRoMini

S15. Il disturbo borderline di personalità:

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