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S46 eventi traumatici e disturbi psichiatrici: aspetti psicopatologici e terapeutic

CooRdinatoRi A. Sciarretta, G. Spinetti

Il Family Home Movement per gli ex-bambini soldato di lakka (Freetown, Sierra leone)

e la comunità “Samana Wasi” (Urumbamba, Perù): confronto fra due esperienze di assessment e trattamento psicologico nel disturbo da stress post-traumatico

G. Spinetti, R. Ravera*, C. Prinzo**, F. Loffredo* Psichiatra, UOC SPDC Imperia ASL 1 Imperiese (I); *

UOC Psicologia ASL 1 Imperiese (I); ** Psicologia C.T.

“Villa Ridente”, Albisola, SV (I)

Con la presente ricerca si intende valutare e confrontare l’organizzazione cognitiva, correlata agli esiti di diverse tipologie di PTSD, in due gruppi di adolescenti apparte- nenti a culture diverse: da una parte gli ex child soldiers di Lakka (Freetown, Sierra Leone) a qualche anno di di- stanza dalla fine della guerra civile, dall’altra i ragazzi accolti a Samana Wasi (Urubumba, Perù). L’esperien- za dei bambini-soldato in Sierra Leone rappresenta un aspetto macroscopico del trauma nella sua essenza: bambini di 5/6 anni che hanno assistito all’uccisione dei loro cari, e, strappati alle loro famiglie, sono stati duramente percossi, drogati, costretti ad uccidere. Nella comunità di Samana Wasi, Anton Ponce de Leon Pai- va e sua moglie Regia accolgono e crescono bambini abbandonati e altrettanto fortemente traumatizzati. La

Comunità di Samana Wasi si basa sui tre precetti del- l’antica organizzazione comunitaria degli antenati Que- chua: Ama llulla – sincerità; Ama suwa – onorabilità; Ama kella – lavoro.

Gli Autori si sono soffermati inizialmente su un livello primario di valutazione dell’organizzazione cognitiva, soprattutto rispetto alle credenze e alle aspettative, te- stando cinque aree specifiche (auto-riflessività, inter- soggettività, ambientale, passato e futuro). In seguito, e solo nei soggetti in cui è stato riscontrato un adegua- to livello di idoneità esplicativa e di collaborazione, sono stati approfonditi alcuni aspetti emotivi e corre- labili al PTSD e allo studio di strategie di coping e di resilienza.

Strumenti adottati: la ricerca utilizza strumenti apposi-

tamente studiati:

il Questionnaire on Beliefs and Expectations – Sierra Leone (QBE); si tratta di uno strumento elaborato da due degli Autori della ricerca, composto di 42 item, a cui i soggetti devono rispondere in base a una sca- la da 1 a 5;

l’Interviewing on Beliefs and Expectations – Sierra Leone (IBE);

il Cognitive Emotion Regulation Questionnaire (CERQ);

il Resilience Scale (RS) a 25 item. ❚

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la scrittura espressiva come strumento terapeutico nelle esperienze traumatiche e stressanti

L. Janiri, G.M. Festa

Istituto di Psichiatria e Psicologia, Università Cattolica “S. Cuore” di Roma

È ormai ampiamente dimostrato che, a seguito di espe- rienze di scrittura legate alla narrazione di eventi stres- santi o traumatici, si possono verificare miglioramenti nello stato psicologico, fisiologico e comportamentale dei pazienti. Tuttavia, mentre la maggior parte degli studi ha evidenziato subito dopo la fine delle sessioni di scrittura espressiva, per il gruppo sperimentale, un leggero peggioramento delle condizioni psico-fisiche (aumento del distress, elevazione di sentimenti a con- notazione negativa, ecc.), si descrivono numerosi effetti positivi a lungo termine: da miglioramenti nella funzio- nalità del sistema immunitario a un minor numero di visite mediche dovute a fattori stressanti, dalla riduzione dei giorni di ospedalizzazione per i ricoverati all’innal- zamento del tono dell’umore, da una minore frequenza di pensieri intrusivi di tipo post-traumatico a un’aumen- tata sensazione di benessere psicologico.

Tra i meccanismi invocati come responsabili di questi effetti vi sono la disinibizione emotiva e l’adattamen- to cognitivo. Inoltre è stato ipotizzato che l’esposizione ripetuta allo stimolo doloroso produca graduali diminu- zioni dell’arousal ed estinzione del fenomeno stresso- geno.

Varie sono le metodologie di raccolta dei dati e gli stru- menti, anche informatici, adatti a elaborare e ad inter- pretare gli scritti espressivi, sulla base dell’analisi lingui- stica e lessicale e dello studio delle interazioni verbali e sociali.

L’applicazione di tale mezzo terapeutico in situazioni clinico-sperimentali di stress post-traumatico viene di- scussa in rapporto alle difficoltà di ricerca e ai benefici attuali e potenziali attesi.

In conclusione, descrivere per iscritto un evento stres- sante o traumatico significa definire, organizzare e strutturare una sofferenza, “tradurre” livelli impliciti e sommersi di funzionamento. Tale processo, come si è avuto modo di evidenziare, promuove l’insorgere di un funzionamento più adattivo di risposta ai vari livelli bio- logico, psicologico e comportamentale.

bibliografia

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expressive writing. Adv Psychiatr Treat 2005;11:338-46.

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post-traumatic stress disorder: Is it beneficial for the patient?

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eventi traumatici e disturbo schizofrenico

A. Sciarretta, E. Pompili, G. Nicolò

DSM ASL RM G Roma

Introduzione: molti aspetti, sia psicopatologici che cli-

nici, sono stati correlati, anche in senso causale, sia al- l’insorgenza che alla ricorrenza delle manifestazioni psi- copatologiche della schizofrenia, nonché alla disabilità ed alla possibile comorbilità con la depressione. Natu- ralmente la possibile intercettazione di eventi stressanti definisce, attraverso il loro ruolo psicosemiogenetico e patoplastico, la possibilità di elaborazione di opportune strategie di intervento terapeutico.

Metodi: lo studio è stato effettuato attraverso la indivi-

duazione degli eventi stressanti, sia lifetime che nei sei mesi antecedenti, verificatisi nella storia clinica di una campione di pazienti affetti da disturbo schizofrenico (DSM-IV-TR) ed afferenti ai servizi psichiatrici territoriali del DSM della ASL RM G. La presenza ed importanza dei LSE è stata valutata sia attraverso la somministrazio- ne di un questionario elaborato ad hoc, che impiegando alcune rating scales quali la Scala di Paykel per gli even- ti stressanti, la GAF e la SAS II e la LSP, relativamente alla determinazione di eventi psicosociali stressanti ed all’adattamento sociale. La PANSS e la CDS sono state impiegate, invece, per la definizione delle caratteristi- che psicopatologiche specifiche e per la rilevazione di aspetti depressivi. Vengono esaminati i dati di 50 pa- zienti facenti parte di un campione più ampio, per il quale sono in corso ulteriori approfondimenti.

risultati: la presenza di eventi stressanti non è stata signi-

ficativamente correlata, in quasi tutti i casi, all’insorgenza di manifestazioni psicopatologiche acute. Relativamente all’andamento dell’adattamento sociale, la presenza di LSE significativi riduceva le abilità adattative e di coping, determinando una relativa richiesta di maggior impiego di “risorse assistenziali”. Incerto anche il rapporto fra intensi- ficazione di gravità delle manifestazioni psicopatologiche ed evidenza di evento stressanti. Abbastanza stretto, inve- ce, il legame sia causale che temporale, con la sintoma- tologia depressiva che sarebbe implicata, quasi sempre, in un peggioramento dell’evoluzione del quadro clinico attuale e della prognosi globale della schizofrenia.

conclusioni: la constatazione di eventi stressanti non

induce a formulare chiari modelli interpretativi, psico- patologici e clinici, sia relativamente al loro ruolo sca- tenante che specificatamente causale nei confronti della patologia schizofrenica. Preciso risulta, tuttavia, il loro legame sia con le manifestazioni depressive, sempre in corso di schizofrenia, che con il funzionamento globale del paziente stesso. Considerevole, infine, il loro valore di interferenza negativa nei confronti dello sviluppo di qualsiasi abilità adattativa e di problem solving.

bibliografia

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aspetti psicopatologici degli eventi traumatici nelle sindromi depressive

G. Di Sciascio, S. Calò, L. Cavallo, R. Melpignano

AOU “Policlinico” di Bari

I rapporti che intercorrono tra gli eventi di vita e disturbi psichiatrici attraversano in maniera trasversale tutta la letteratura riguardante la malattia mentale declinata nel suo versante biologico e sociale.

Per definire un evento di vita “traumatico” è necessa- rio considerare non solo le caratteristiche dell’evento in sé (tipologia, gravità, modalità con cui si verifica), ma è necessario valutare anche i fattori predisponenti e di vulnerabilità del soggetto. Una definizione più ampia di evento traumatico, infatti permette di comprendere me- glio il motivo per cui le conseguenze psicopatologiche derivanti da un simile evento si verificano solo in una parte dei soggetti colpiti.

Da un punto di vista clinico e nosografico, alcuni Autori sottolineano come l’evento traumatico può correlarsi con l’insorgenza di numerosi quadri psicopatologici, sia co- me fattore eziologico (disturbi dell’adattamento) sia come fattore di scatenamento o di slatentizzazione di una pre- disposizione (disturbi dell’umore, disturbi d’ansia) Sebbene il disturbo post-traumatico da stress (DPTS) sia l’unico disturbo mentale dove la presenza di un evento traumatico assume un ruolo chiave per la formulazione della diagnosi, tuttavia l’eterogeneità della costellazione sintomatologica è sovrapponibile con alcuni criteri dia- gnostici di altri disturbi psichiatrici.

Diversi studi presenti in letteratura evidenziano la stretta relazione tra il DPTS e i disturbi dell’umore.

Sembrerebbe infatti che la presenza di una quadro depressivo incrementi la suscettibilità agli effetti di un evento traumatico, cosi come un primo episodio di depressione sembrerebbe verificarsi con maggiore fre- quenza tra gli individui che manifestano un DPTS in se- guito ad un trauma, rispetto a quelli che, esposti ad un trauma, non lo sviluppano.

Alla luce di tali considerazioni appare evidente la necessi- tà da parte del clinico di approfondire tale relazione, per le sue implicazioni sul piano diagnostico e del trattamento.

Fattori psicosociali ed eventi stressanti in pazienti con doppia diagnosi

G. Martinotti, M. Mazza, M. Di Nicola, D. Harnic, A. Frustaci, C. De Sanctis, L. Janiri

Istituto di Psichiatria e di Psicologia, Università Cattolica “Sacro Cuore” di Roma

Introduzione: alcuni studi hanno riportato una corre-

lazione significativa tra fattori psicosociali di rischio, eventi di vita traumatici o stressanti e l’insorgenza di disturbi dell’umore e dipendenza da alcol e sostanze. Recenti studi animali hanno individuato un substra- to genetico comune tra disturbo bipolare, alcolismo e stress cronico.

Lo scopo del presente lavoro è indagare l’eventuale cor- relazione tra eventi stressanti e fattori psicosociali in un gruppo di pazienti con diagnosi di disturbo bipolare e dipendenza da alcol.

Metodi: sono stati reclutati 35 pazienti con diagnosi

di disturbo bipolare in comorbilità con dipendenza da alcol secondo i criteri del DSM-IV-TR afferenti al Day Hospital di Psichiatria Clinica e Farmacodipendenze del Policlinico “A. Gemelli” di Roma.

Sono stati somministrati i seguenti reattivi psicometrici: la Global Assessment of Functioning (GAF), la versione italiana della Scala di Paykel per gli eventi stressanti e la Social Adaptation Self-Evaluation Scale (SASS).

risultati: all’analisi dei dati si è riscontrata una cor-

relazione positiva tra numero di eventi ed eventi di- pendenti, sia dal consumo di alcol che dalla fase del disturbo dell’umore in atto. Utilizzando un modello di regressione lineare si è osservato come all’aumentare del numero di eventi si riduce il punteggio GAF. Le scale Global Assessment of Functioning e Social Adap- tation Self-Evaluation Scale sono risultate correlate po- sitivamente. L’accordo fra i tre giudici valutatori che hanno stabilito l’impatto e l’indipendenza degli eventi è risultato buono e ciò conferma la validità dell’impie- go della Scala di Paykel al fine di valutare la tipologia e la rilevanza degli eventi stressanti nei pazienti con doppia diagnosi.

conclusioni: la numerosità degli eventi avvenuti nei sei

mesi precedenti l’assessment aumenta se questi eventi hanno una specifica correlazione con la patologia in atto (uso di alcol, disturbo dell’umore). La numerosità degli eventi è inoltre associata alla presenza di una si- tuazione clinica più grave dal punto di vista del funzio- namento sociale. Gli eventi esterni si configurano come favorenti il peggioramento di un quadro di dipendenza alcolica o di disturbo dell’umore, non in grado, tutta- via, di determinare la ricaduta nel consumo di alcol o il precipitare in un episodio depressivo. Si sta procedendo ad ampliare il campione, differenziandolo in funzione della fase di malattia e confrontandolo con un gruppo di controllo non clinico; sarà, inoltre opportuno ripetere le valutazioni dopo un adeguato intervallo di tempo al fine di ottenere risultati più significativi. Comprendere il ruolo degli eventi stressanti e dei fattori psicosociali

nei pazienti con doppia diagnosi risulta particolarmente importante, in quanto può offrire strade nuove ed alter- native per la prevenzione e per il trattamento.

bibliografia

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tional role of interpersonal difficulties and alcohol depen- dence. Bipolar Disord 2008;10:293-302.

VeNerdì 13 FebbraIO 2009 – Ore 15.30-17.30

Sala Raffaello

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