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1Dipartimento di Scienze Cliniche e di Comunità. Università degli Studi di Milano, Milano; 2Dipartimento di Scienze Cliniche

e Sperimentali. Università degli Studi di Brescia, Brescia; 3Dipartimento di Specialità Medico Chirurgiche, Scienze Radiologiche

e Sanità Pubblica. Università degli Studi di Brescia, Brescia; 4 Servizio Beni Culturali. Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale

Maggiore Policlinico di Milano; 5 Azienda Socio Sanitaria Territoriale di Lecco

Medicina Historica 2020; Vol. 4, Suppl 1: 139-141 © Mattioli 1885

S t o r i a d e l l a M e d i c i n a d e l L a v o r o

Introduzione

La Cartiera di Cairate, attiva dalla fine dell’Otto- cento e chiusa nel 1977, ebbe una produzione innova- tiva già negli anni Trenta del Novecento, con stoviglie ed oggetti in carta monouso, oltre alla produzione di cartoni e carta igienica. Essendo di proprietà di una eminente famiglia ebraica (la famiglia Vita-Mayer), fu confiscata in seguito all’emanazione delle Leggi Razziali che colpirono la comunità ebraica italiana a partire dall’autunno del 1938. Nell’aprile 1945 la Car- tiera ritornò in possesso della famiglia Vita-Mayer. Negli anni Cinquanta, grazie all’impegno dell’inge- gnere Astorre Mayer (1906-1977), l’attività industria- le si espanse e furono istituiti alcuni servizi di grande rilievo, quali una Scuola professionale ed un Centro di psicologia del lavoro e prevenzione infortunisti- ca. Esso fu affidato a Marcello Cesa-Bianchi (1926- 2018), che già collaborava con la Clinica del Lavoro dell’Università degli Studi di Milano, ove aveva sede la Cattedra di Psicologia Medica della Facoltà di Medicina. Astorre Mayer era Console onorario dello Stato di Israele e fu anche Presidente della Comunità Ebraica di Milano. Egli promosse all’inizio degli anni Sessanta alcune collane editoriali, analizzate in questa occasione, dedicate rispettivamente a: “Studi e ricerche sui problemi umani del lavoro”; “Studi e ricerche di psicologia”; “Studi e ricerche di psicologia del lavoro e della scuola”; “Esperienze e documentazioni sul lavoro e sulla scuola”.

Un’auto Citroën dall’aspetto singolare sfrecciava per Milano negli anni Sessanta del secolo scorso, te- nendo in bella vista due bandierine: un tricolore ita- liano e la bandiera di Eretz Yisrael, che mostrava con orgoglio la Stella di Davide.

Essa apparteneva al Console Onorario dello Stato di Israele, Astorre Mayer (1906-1977), titolare della Cartiera di Cairate, più nota con la denominazione di Cartiera Vita-Mayer.

Astorre Mayer era al tempo uno dei personaggi più influenti, trait-d’union fra lo Stato di Israele e l’I- talia settentrionale fin dal 1948, e presiedeva la Comu- nità Ebraica milanese.

La sua cartiera non era una cartiera qualsiasi, poi- ché poteva garantire il ciclo completo della produzione: in essa entrava il tronco di legno e da essa usciva il foglio di carta (ad esempio, la carta per il Corriere della Sera).

Quattro stabilimenti erano allocati in Provincia di Varese, lungo la Valle dell’Olona e due in provincia di Frosinone.

Inoltre Mayer era stato il promotore della mag- giore cartiera di Eretz Yisrael.

Astorre Mayer e la medicina del lavoro

Astorre Mayer era un uomo singolare, e non ci stupiamo che la sua attenzione si fosse indirizzata an- che alla costituzione di moderni servizi di Medicina del Lavoro.

A. Porro, C. Cristini, B. Falconi, et al.

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Alla fine degli anni Cinquanta egli promosse e realizzò un Centro di psicologia del lavoro e di pre- venzione infortunistica, ma già nella Clinica del La- voro “Luigi Devoto” era stata attivata una Sezione di ricerche di medicina e igiene del lavoro nelle industrie grafiche, cartotecniche, trasformatrici della carta e affi- ni della Provincia di Milano.

L’attività dei due centri di ricerca si sarebbe potuta integrare, ed in effetti ciò avvenne, giacché autori di pubblicazioni compaiono sotto l’una e l’altra denomi- nazione.

Tale sezione aveva prodotto ricerche ed analisi incentrate fra l’altro sui profili professionali specifici, oltre ad analisi di ordine più generale.

Si segnala, esemplificativamente, quella relativa all’igiene del lavoro ed ai rischi professionali nell’indu- stria cartotecnica e trasformatrice della carta.

Il Centro costituito a Cairate promosse all’inizio degli anni Sessanta alcune collane editoriali, analizzate in questa occasione, dedicate rispettivamente a: “Studi e ricerche sui problemi umani del lavoro”; “Studi e ri- cerche di psicologia”; “Studi e ricerche di psicologia del lavoro e della scuola”; “Esperienze e documentazioni sul lavoro e sulla scuola”.

In realtà si trattò di una collana editoriale, quella dedicata agli “Studi e ricerche sui problemi umani del lavoro”, che successivamente si tripartì in “Studi e ri- cerche di psicologia”; “Studi e ricerche di psicologia del lavoro e della scuola”; “Esperienze e documentazioni sul lavoro e sulla scuola”.

In questa occasione a noi preme analizzare i con- tributi correlati alla Medicina del Lavoro: sarà però evidente, in senso generale, la volontà di gettare un ponte fra Medicina del Lavoro e Psicologia del Lavoro.

Diamo questo concetto per acquisito e caratteriz- zante.

Un tema di rilievo era quello degli infortuni e ad esso sono dedicati alcuni fascicoli, redatti da Norberto Quadrio, che rivestiva la qualifica di “Consulente pre- venzione infortuni e igiene del lavoro” per la cartiera e faceva parte del Collegio Lombardo Periti, Esperti e Consulenti.

Il suo primo apporto, relativo ad alcune “Con- siderazioni pratiche sul problema infortunistico”, del giugno 1960, si proponeva di analizzare il fenomeno dell’assenteismo collegato agli infortuni.

I dati erano riferiti all’anno 1959 ed a due diverse lavorazioni: quelle della Cartiera di Cairate e quelle del sacchettificio, avente sede a Gorla Maggiore.

Di fronte alla gravità del problema, l’autore pro- poneva di incrementare l’attività di formazione antin- fortunistica.

Ciò comportava una sensibilizzazione delle figure denominate oggi dal termine di preposti, e che al tem- po erano definite “capi”.

Così un secondo apporto di Quadrio, stampato in due diverse edizioni fra il luglio e l’ottobre 1963, si poneva un duplice obiettivo: quello di sensibilizzare i Capi al tema antinfortunistico, ma anche di far cono- scere la complessità e la delicatezza delle funzioni a loro attribuite, spesso ignorate od erroneamente inter- pretate.

Due altri apporti di Quadrio, relativamente del novembre 1963 e del giugno 1964, si presentavano come un’analisi del quadro giuridico relativo alla pre- venzione degli infortuni.

Particolarmente completo appare il secondo, cor- redato anche da iconografia antinfortunistica di prove- nienza ENPI.

Si deve ricordare che questo testo fu successiva- mente ampliato ulteriormente da Quadrio nel 1970.

Concludendo la citazione degli apporti di Qua- drio, segnaliamo quello del febbraio 1964, dedicato alla prevenzione antincendio: esso comprendeva anche note tecniche e pratiche sull’estinzione degli incendi.

È di semplice riscontro, come tutti questi opusco- li prodotti dalla cartiera di Cairate fossero inseriti nel contesto della formazione alla sicurezza (per usare un termine attuale).

Sembra tuttavia mancare una voce: quella del me- dico di fabbrica.

In realtà il medico di fabbrica della cartiera, Gioacchino Testi Saltini, nipote di don Zeno Saltini (1900-1981), il fondatore della comunità di Nomadel- fia, propose nel marzo 1960 un “Contributo allo stu- dio del problema infortunistico”, nel quale proponeva un’integrazione analitica basata sull’impiego del que- stionario caratterologico.

Egli in quegli anni tradusse anche un dizionario di Psichiatria.

Infine, vogliamo segnalare un apporto di Mar- cello Cesa-Bianchi (1926-2018) e Calogero Di Naro,

Astorre Mayer e la medicina del lavoro nel secondo dopoguerra 141

relativo agli atteggiamenti verso i mezzi di protezione individuale: si trattava di un tema di grande attualità, che interessava in modo particolare la CECA, ma non ha smesso di esserlo ancora oggi.

L’avventura della Cartiera di Cairate terminò in maniera drammatica, ponendo ogni cosa all’improvvi- so nella dimensione della storia: nel 1975 una terribile esondazione del fiume Olona distrusse gli stabilimenti e la ferrovia che consentiva alle materie prime di giun- gere alla lavorazione.

Fu il colpo di grazia per la cartiera: nel luglio 1977 fu dichiarato il fallimento e meno di un mese dopo Astorre Mayer morì.

Infine, ricordiamo che Astorre Mayer fu promo- tore della realizzazione, all’interno dell’Ospedale Mag- giore Policlinico di Milano, dell’Istituto di ricerche cardiovascolari, inaugurato nel dicembre 1968, costru- ito ed attrezzato in soli sei mesi, dove attualmente e da pochi mesi noi storici medici di UNIMI siamo allocati.

Anche per questo, era giusto trattare di questo singolare imprenditore milanese.

Bibliografia

1. Cristini C, Porro A. Per un’ergobiografia di Marcello Cesa- Bianchi. Ricerche di Psicologia 2017; 40:443-528.

2. Hamaui R. Ebrei a Milano. Due secoli di storia fra integra- zione e discriminazioni. Bologna: Il Mulino; 2016.

3. Paganoni M. Per ricostruire e ricostruirsi. Astorre Mayer e la rinascita ebraica tra Italia e Israele. Milano: FrancoAngeli; 2010.

4. Porro A, Cristini C, Galimberti PM, Falconi B, Lorusso L, Franchini AF. A Milano, sessant’anni fa: medicina del lavoro e psicogerontologia. G Ital Med Lav Erg 2017; 39:66. 5. Porro A, Falconi B, Lorusso L, Galimberti PM, Riva MA,

Franchini AF, Cristini C. Medicina del lavoro e psicologia del lavoro: un incontro nella Milano del secondo dopoguerra. Med Lav 2019; 110(1):63-74.

Corrispondenza: Alessandro Porro

Dipartimento di Scienze Cliniche e di Comunità Università degli Studi di Milano, Milano E-mail: alessandro.porro1@unimi.it

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