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1SISM, Cagliari; 2Società Umanitaria-Cineteca Sarda, Cagliari

Medicina Historica 2020; Vol. 4, Suppl 1: 136-138 © Mattioli 1885

S t o r i a d e l l a M e d i c i n a d e l L a v o r o

Forme di protezione per i lavoratori dell’industria e agricoltura, inchieste nazionali sulle condizioni di salute nei luoghi di lavoro e prime iniziative di privati, volte a informare e prevenire i frequenti infortuni nei luoghi di lavoro e istituire forme di previdenza furono presenti in Italia dalla seconda metà del XIX secolo e si svilupparono in modo discontinuo e sporadico nei primi anni del 1900. I Congressi nazionali di Medicina del Lavoro (il primo a Palermo nel 1907) ampliarono la conoscenza della materia e costituirono occasione di studio, scambio culturale e di conoscenza tra la classe medica. Nello stesso anno a Napoli dal 1° gennaio il primo insegnamento ufficiale universitario di Malattie Professionali (1). Risale all’ottobre del 1929 la fondazione nella stessa città della Società Italiana di Medicina del Lavoro. Dopo un lungo percorso legislativo nel 1912 si arrivò all’istituzione di una prima rete di Ispettori del lavoro che tra le difficoltà e i limiti imposti alla loro professione illustrano nelle loro relazioni una realtà ancora molto arretrata dal punto di vista della sicurezza sul lavoro (2-3). Negli anni precedenti la Grande Guerra, la pubblicazione di riviste specializzate, tra le prime il “Bollettino dell’Associazione degli industriali d’Italia per prevenire gli infortuni sul lavoro” (1914) che si propose di “vigilare, studiare, insegnare, propagandare e segnalare gli infortuni e i pericoli del lavoro”. Del 1914 anche la rivista “Rassegna della Previdenza Sociale”, organo della Cassa Nazionale Infortuni fondata e diretta da Foscolo Bargoni, che ospitò nei primi mesi del 1926 ragioni e modalità della convenzione tra la Cassa Nazionale per l’Assicurazione degli Infortuni sul lavoro e altri Istituti, che nel 1925 confluirono nell’istituendo Istituto cinematografico LUCE. Il regime fascista

aveva intuito le straordinarie potenzialità del mezzo di comunicazione espresse dal cinema e con il tramite di una convenzione intrapresa tra istituti pubblici e privati favorì la trasformazione di un Sindacato di Istruzione Cinematografica, società anonima vicina al regime che produceva filmati educativi, in società per azioni, e, in seguito, in Ente Cinematografico di Stato ed ente morale, con obbligo di proiezione di pellicole educative delle sale cinematografiche (4-7).

Ruolo decisivo per la diffusione internazionale del metodo cinematografico formativo nel campo del lavoro fu svolto dall’Istituto Internazionale di Cinematografia Educativa - inaugurato a Roma nel 1928 e diretto da Luciano De Feo, direttore generale anche del LUCE - associato nella Società delle Nazioni al Bureau International du Travail. Un primo progetto di LUCE, ICI e del Consorzio Italiano per i film d’istruzione tecnica portò alla produzione nel 1931 di tre film educativi dedicati all’utilizzo del tornio, alla saldatura con ossi acetilene e alla panificazione seguiti da altri, trasmessi gratuitamente nelle scuole professionali italiane. Con ICI numerosi film tematici stranieri furono tradotti e riproposti in Italia.L’insegnamento tecnico aveva differenti target formativi e differenti filmati erano dedicati a diverse tipologie di utenti (la popolazione operaia, i tecnici, i datori di lavoro). Un’inchiesta internazionale volta a valutare l’efficacia della cinematografia educativa considerò fondamentale la necessità di suscitare un maggiore coinvolgimento e responsabilizzazione del singolo operaio (8). Per gli addetti ai lavori con le visioni cinematografiche, infatti era possibile parlare non soltanto al cuore dell’operaio e del contadino “ma anche alla sua mente”.

Cinematografia educativa di ENPI e INAIL 137

ANPI ed ENPI erano entrambi istituti originati dall’API, un’associazione senza scopo di lucro voluta dagli industriali per la prevenzione degli infortuni sul lavoro fondata nel 1894 che divenuta ente morale nel 1907 e nel 1926 ente parastatale, nel 1931 divenne Ente Nazionale di Propaganda per la Prevenzione degli Infortuni, aderente, con R. D 25/10/1938 n.2176, alla Confederazione Fascista degli Industriali e Ente di diritto pubblico a seguito della legge 19/12/1952, n. 2390. Scopo dell’ENPI fu inizialmente quello di creare informazione per la prevenzione degli infortuni sul lavoro, attribuiti per lo più ad errore umano, e in seguito quello di formare tecnici della prevenzione, promuovere la prevenzione degli infortuni sul lavoro, delle malattie professionali e propagandare l’igiene del lavoro. Con la collaborazione di enti e istituzioni e sindacati nel secondo dopoguerra fu destinato più modernamente a divenire un ente tecnico con funzioni di ricerca scientifica e tecnica formazione e coscienza antinfortunistica, consulenza tecnica a vari livelli con l’ausilio di verifiche, collaudi, consigli e insegnamenti, difesa contro le tecnopatie, anche attraverso la formazione di venti istituti di medicina industriale. Le sue funzioni si svolgevano con visite alle aziende, prelievi di materiali, gestione di numerose infermerie di fabbrica, di centri di cultura e di aggiornamento per medici del lavoro, ed infine di orientamento e selezione professionale per destinare “l’uomo adatto al posto adatto”. Soppresso con la Legge 833/1978 che istituì la Riforma Sanitaria le sue funzioni furono trasferite nel 1980 all’ISPESL (dal 2010 all’INAIL) ed in parte ad agenzie dislocate sul territorio nazionale.

Ininterrotto strumento educativo utilizzato dall’ENPI fu il cinema. Nell’archivio storico cinematografico nazionale del LUCE sono contenuti alcuni tra i più antichi film girati sotto la guida dell’ENPI e INAIL, tra questi il documentario muto “Prevenzione degli infortuni agricoli provocati da armi da taglio e dal morso della vipera” (1924-1931), “Visita all’Istituto di medicina industriale” (1936) e “Il funzionamento di un apparecchio per misurare l’emotività dell’individuo” (1938). Temi simili furono riproposti nel corso degli anni con opportune modifiche e con sorprendente continuità nell’impostazione didattica.

In questa ricerca sono stati esaminati i contenuti di documentari e film educativi alcuni di pregevole fattura prodotti o promossi da ENPI o da INAIL in un periodo tra il 1949 e 1979 provenienti dal Fondo ENPI dell’archivio della Cineteca Sarda di Cagliari. Si tratta di 85 bobine di pellicola in 16mm e in 35mm in bianco e nero e a colori, tutte sonore, con durate che vanno dai 7 ai 50 minuti circa, talvolta sono in più copie e perciò i titoli unici si riducono a 54. A questi si aggiungono i tre titoli in nitrato infiammabile ceduti affinché fossero conservati in locali confacenti e sicuri. Una selezione di brani significativi di: “Morte in Agguato” (sd), “Lei si tu no” (1971) e “Un Centro per la Sicurezza” (1976) contenuti nel Fondo ENPI sono stati proiettati durante i lavori congressuali. L’arco temporale della produzione del Fondo va dal 1949 al 1979, con una concentrazione di titoli entro la prima metà degli anni ’50, così com’è confermato dal riscontro dei visti di censura del Ministero del Turismo e dello Spettacolo. Nel sito web dedicato è stato possibile trovare le attività svolte, quelle in corso e in programma, schede sui casi di censura nella storia del cinema italiano, informazioni sui tagli ai film in tv, una raccolta di testi, saggi e d’interviste, un notiziario sulla censura nel mondo. la banca dati della revisione cinematografica, un inedito repertorio filmografico unico per completezza e scientificità, compilato a partire dai documenti della revisione cinematografica conservati negli archivi della Direzione Generale per il Cinema del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. La banca dati raccoglie le informazioni filmografiche su tutte le opere (lungometraggi, cortometraggi, attualità, pubblicità) sottoposte alla Commissione di revisione cinematografica dal 3 maggio 1913 (9). Abbiamo al momento poche informazioni riguardanti la cessione e le modalità di utilizzo dei materiali da parte dell’ENPI, unica eccezione è la lettera datata il novembre 1994, recentemente trovata in archivio, con la quale l’allora direttore, Fabio Masala, accompagnò la spedizione delle tre pellicole infiammabili in nitrato, alla Cineteca di Bologna, cedendo con esse la disposizione, così come convenuto con l’ENPI, per un utilizzo di queste per fini didattici e culturali (10).

M.F. Vardeu, A. Zanda, C. Secci, N. Virdis

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Bibliografia

1. Ferrannini L. Comunicazione alla seduta inaugurale. In: Atti del XII Congresso di Medicina del Lavoro, Napoli 24-28 ottobre 1936:7 .

2. Baldasseroni A, Carnevale F, Iavicoli S, Tomassini L. Alle origini della tutela della salute dei lavoratori in Italia. Nascita e primi sviluppi dell’Ispettorato del lavoro (1904-1939). Roma: ISPESL; 2009.

3. Carnevale F, Baldasseroni A. L’Ispettorato del lavoro e l’ENPI. Qualità Equità 1999; 15:76-96.

4. Brunetta GP. Istituto Nazionale L.U.C.E. Enciclopedia del Cinema. Roma: Treccani; 2003.

5. Vardeu MF. Alle madri d’Italia e altro. Il cinema educativo per l’infanzia tra modernismo e sperimentazione. In: Orsini

D (ed.) Giornate di Museologia Medica. Siena 6-7 novembre 2015. Quaderno 4. Siena: Nuova Immagine; 2015:127-30. 6. Lombardi L. Il metodo visivo in Italia. Le proiezioni luminose

nella scuola elementare italiana (1908-1930). HECL 2010; 2:149-72.

7. RDL 5.11.1925 n 1985, GU 24.11.1925 n 273.

8. Taillibert C. L’Institut International du cinématographe éducatif. Paris: L Harmattan; 1999.

9. www.italiataglia.it Corrispondenza: Maria Francesca Vardeu SISM, Cagliari

Astorre Mayer (1906-1977) e la medicina del lavoro nel

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