Antonietta Di Fabrizio¹, Francesca Monza², Alessandro Rapinese¹, Alessia Fazio¹,
Maria Chiara Capasso
3¹Museo universitario di Chieti; ²Dipartimento di Medicina e Scienze dell’Invecchiamento, Università “D’Annunzio”, Chieti - Pe- scara; 3 Università degli Studi di Teramo, Teramo
Medicina Historica 2020; Vol. 4, Suppl 1: 99-101 © Mattioli 1885
S t o r i a d e l f a r m a c o
Premessa
Nel 2011 il Museo universitario di Chieti ha ri- cevuto in donazione da Helen e Paul Critchley diver- se strumentazioni mediche, farmaci, riviste sanitarie e una ricca documentazione appartenuta al medico Da- vid Sgandurra (1914-1994), di cui i coniugi avevano acquistato la casa presso cui aveva sede anche l’ambu- latorio medico-odontoiatrico.
David Sgandurra fu nominato, nel 1949, ufficiale sanitario e medico condotto del comune di Farindo- la (PE), nell’area del Parco Nazionale del Gran Sasso. Nello stesso comune il padre – di origine siciliana – svolgeva da diversi anni l’attività di farmacista.
Nel contesto della sanità italiana post-unitaria, i medici condotti svolgevano un ruolo fondamentale nell’ambito della cura e della prevenzione: nei piccoli comuni, erano il punto di riferimento per la popola- zione, coprendo completamente l’assistenza sanitaria, dalla diagnosi e cura, sino alle attività di prevenzione e sanità pubblica. A loro ad esempio erano demandate le campagne vaccinali (1).
Sgandurra, trovandosi quindi a esercitare in un contesto di isolamento geografico, si era dotato di uno studio completo per far fronte al meglio alle richie- ste dei suoi assistiti. Il suo biglietto da visita recitava “Dott. David Sgandurra – Medico Condotto - Ufficia- le Sanitario – Raggi X – marconiterapia – Forni Bier – Cure Odontoprotesiche”.
La catalogazione e lo studio dei farmaci
La collezione Sgandurra è molto articolata e si compone di 2.095 beni: riviste mediche, arredi dello studio, stampe, strumenti medici, libri, tavole mediche e 917 farmaci.
I farmaci recuperati sono stati inventariati in ordi- ne alfabetico, per case farmaceutiche, per forme farma- ceutiche, per categorie terapeutiche, per anno di pro- duzione e – infine - sono stati fotografati e catalogati.
Quello che è emerso da questa attività permette di avere una fotografia, non comune, di come era com- posto lo studio di un medico condotto negli anni del dopoguerra.
Le confezioni di farmaci appartengono a 255 di- verse case farmaceutiche, la maggior parte nazionali (232), le rimanenti internazionali (23).
Le prime aziende del Paese che produssero spe- cialità farmaceutiche, con nomi e marchi originali e ri- conoscibili, nacquero nell’Italia preunitaria, tra queste ad esempio ricordiamo la Schiapparelli e la Carlo Erba (2). Tra la seconda metà dell’Ottocento e i primi del Novecento aumentarono notevolmente: nacquero in quegli anni le ditte Lepetit-Dollfuss-Gansser e l’Isti- tuto Sieroterapico e Vaccinogeno Sclavo (3).
La trasformazione dei laboratori farmaceutici in industrie avvenuta nel dopoguerra portò a un decisivo aumento dei farmaci “in scatola” a discapito delle pre- parazioni galeniche (4).
Le case farmaceutiche distribuivano gratuitamen- te i loro campioni ai medici del periodo per pubbliciz- zarli e promuoverne l’utilizzo. Tra i farmaci dell’ambu-
A. Di Fabrizio, F. Monza, A.Rapinese, et al.
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latorio di Sgandurra la maggior parte sono flaconcini e fiale, seguiti dalle compresse e da supposte e sciroppi.
Le compresse, da quando erano state introdotte, risultavano la forma farmaceutica più comoda e favo- revole per il paziente e venivano preferite dalle case farmaceutiche del periodo a discapito delle pillole e delle pastiglie (5).
Le continue scoperte in campo farmaceutico com- portarono una produzione e una commercializzazione sempre maggiore di sostanze medicinali, tra cui – come risulta evidente dai farmaci conservati – vitamine sin- tetiche, sulfamidici, antibiotici e corticosteroidi (6).
In particolare la collezione Sgandurra è compo- sta, prevalentemente, da vitamine sintetiche (n. 266), farmaci cardiovascolari (n. 71), neurofarmaci (n. 60), antibiotici (n. 48) e antinfiammatori (n. 45).
I farmaci conservati coprono una datazione che va dal 1950 al 1990, offrendoci uno spaccato molto in- teressante dei campioni gratuiti di farmaci “in scatola” che le numerose case farmaceutiche inviavano ai me- dici condotti.
Alcuni farmaci, di più vecchia data, probabilmen- te facevano invece parte della farmacia paterna, tra questi il Poliuron della Lepetit, datato 1905; il Repa- ril, Dr. Madaus & CO datato 1910; il Nor-Dis, Dr. L. Zambaletti, datato 1933.
Alcuni medicinali, tra quelli presenti, sono an- cora in commercio oggi: Acutil Fosforo (integratore alimentare a base di vitamina B6); Novalgina (farma- co analgesico con una spiccata azione antidolorifica e antipiretica); Gentalyn (farmaco a base di gentamici- na solfato, un antibiotico ad ampio spettro efficace nel trattamento topico delle infezioni batteriche primarie e secondarie della cute).
Nella collezione è presente anche il Micoren in gocce della ditta Geygy di Milano, usato ampiamen- te in campo sportivo negli anni Settanta-Ottanta, che nel 1985 è stato bandito in tutto il mondo a causa dei possibili rischi che comportava per la salute degli atleti. Altri farmaci presenti nella Collezione Sgandurra sono il Chinuryl della Maestretti di Milano, impiega- to nella cura delle sindromi azotemiche e la Sanergina della Menarini di Firenze che per l’epoca (anni Cin- quanta del Novecento) rappresentò un miglioramento deciso nel trattamento di tutte le patologie legate agli stati allergici (6).
Poiché l’ufficiale sanitario era responsabile delle campagne vaccinali, di cui doveva tenere un registro dettagliato, nella collezione si trovano anche confezio- ni di vaccini. Si conservano diverse confezioni del Sie- ro Antidifterico Sclavo. La vaccinazione obbligatoria per la difterite era stata istituita nel 1939 andandosi ad aggiungersi a quella per il vaiolo. La vaccinazione antitifica-paratifica era invece obbligatoria solo per alcune categorie di lavoratori che l’ufficiale sanitario doveva convocare.
La Collezione oltre ai farmaci descritti, conserva una ricca e articolata collezione di pubblicità e di stam- pe propagandistiche farmaceutiche che fa riferimento a 43 tra case farmaceutiche e istituti in un periodo com- preso tra il 1950 e il 1973. Il medico di Farindola ha conservato il materiale prevalentemente legato all’arte e alla storia della medicina a cui le case farmaceutiche collegavano la promozione dei loro farmaci (7).
La musealizzazione
Per valorizzare il lascito del gabinetto medico- odontoiatrico, il Museo universitario ha in progetto la ricostruzione dello studio di Sgandurra nel percorso espositivo museale.
Gli sarà dedicata una sala, la cui apertura è previ- sta nell’autunno del 2019, nella quale sarà riprodotto fedelmente il gabinetto medico che aveva sede nell’an- tico palazzo del paese di Farindola con finestre e ter- razzi che dominavano il paesaggio circostante.
L’esposizione progettata con tecniche innovative di allestimento mutuate dall’applicazione di metodi di “exhibition design”, farà uso anche di strumentazioni multimediali. Il progetto di allestimento prevede la ricostruzione, più fedele possibile, dell’ambulatorio a partire dal pavimento con cementine policrome, agli arredi originali, alla macchina per le radiografie fino ai farmaci che troveranno collocazione negli armadietti a fianco della scrivania. A dominare la stanza una sug- gestiva finestra retroilluminata che ripropone l’esatta vista che si poteva godere dalle finestre del palazzo di Farindola, fornendo l’illusione di vedere il Gran Sasso e di trovarsi sulle alture dell’appennino abruzzese.
La collezione di farmaci del medico David Scandurra 101
Conclusione
La collezione di farmaci – unita alla documenta- zione delle prescrizioni – ci concede la possibilità di studiare le tipologie di farmaci maggiormente utilizza- ti dalla popolazione in quell’epoca e la loro diffusione sul territorio abruzzese.
Grazie al lavoro di recupero, catalogazione, studio e musealizzazione dei materiali è possibile ricostrui- re un pezzo fondamentale di storia del sapere medico degli anni Cinquanta e creare un luogo che celebra e ricorda non solo il medico Sgandurra, ma anche la fi- gura, spesso dimenticata, ma così fondamentale nella storia della medicina italiana del medico condotto, che con la sua continua e capillare azione quotidiana por- tava anche nei più piccoli paesi della provincia le cure e le attività di sanità pubblica.
Bibliografia
1. Capasso L, Rapinese A, Di Fabrizio A, Licata M. I medici condotti e la sanità pubblica in Italia: l’esempio del gabinetto medico del dott. Sgandurra. Med Sec 2016; 28:261-74. 2. Orsini D. La collezione di strumenti e il fondo archivistico
dell’Istituto Sieroterapico e vaccinogeno Sclavo. Siena. Cen- tro Universitario CUTVAP – Betti Editrice; 2016.
3. Bovone G. I farmaci nella letteratura. Vicchio: Edizioni N.O.S.M.; 2016.
4. Carlo Erba. Catalogo Generale 1954. Milano; 1954. 5. Signore G. Storia della Farmacia. Milano: Edra; 2013. 6. Terenna G, Vannozzi F. La collezione senese di chimica far-
maceutica. Firenze: Firenze University Press; 2014.
7. Monza F, Capasso L, Di Fabrizio A, Rapinese A, Fazio A. Le stampe propagandistiche farmaceutiche per i medici nella Collezione del Museo Universitario di Chieti (1940- 1960). SISM. Quaderno n. 6. Giornate di Museologia Medica. Ca- gliari: CUEC Editrice; 2017.
Corrispondenza: Francesca Monza
Dipartimento di Medicina e Scienze dell’Invecchiamento Università “D’Annunzio”, Chieti-Pescara