1 Facoltà di Medicina e Chirurgia, Università Cattolica del Sacro Cuore, “A. Gemelli”, Roma; 2 Istituto di Fisiologia Clinica del
Consiglio Nazionale delle Ricerche, Lecce; 3 Instituts für Medizinische Biometrie, Epidemiologie und Informatik (IMBEI), Uni-
versitätsmedizin Mainz; 4 Dipartimento di Scienze e Tecnologie Biologiche ed Ambientali, Università del Salento, Lecce Medicina Historica 2020; Vol. 4, Suppl 1: 78-80 © Mattioli 1885
S t o r i a d e l l a s a n i t à p u b b l i c a
Introduzione
La cardiopatia ischemica è, ancora oggi, una delle principali cause di morbosità, invalidità e mortalità. Lo studio della mortalità per cardiopatia ischemica è di interesse epidemiologico in quanto la stessa è associata a diversi fattori di rischio (1).
Obiettivo dello ricerca è valutare l’evoluzione sto- rica della mortalità per tutte le cause e per la cardiopa- tia ischemica nelle province pugliesi versus le macrori- partizioni italiane, in quinquenni e per sesso, dal 1931 al 2014.
Materiali e Metodi
• Aree geografiche analizzate: Foggia, Bari, Ta- ranto, Brindisi, Lecce, Barletta-Andria-Trani (dal 2011), regione Puglia, Italia suddivisa in 5 ripartizioni: Nord-Ovest, Nord-Est, Centro, Sud e Isole.
• Arco temporale: 1931 - 2014. Analisi disaggre- gate per sesso dal 1969 al 2014.
• Dati di mortalità e popolazioni residenti: fonte ISTAT (2-5). Popolazioni dei censimenti 1931, 1951, 1961, 1971 e1981 e ricostruzioni inter- censuarie dal 1982 al 2011.
• Cause di morte: Tutte le cause e la cardiopatia ischemica, espresse dai codici della Classifica- zione Internazionale delle Malattie (ICD) 6-7- 8-9-10.
• Indicatore di mortalità
• Tassi Standardizzati di Mortalità col metodo Diretto (TSD) riferiti alla popolazione standard europea. Questo indicatore permette di con- frontare l’andamento nel tempo della mortalità nelle aree e tra i due sessi.
Risultati
Mortalità per tutte le cause
Tassi Standardizzati Ripartizioni Italiane: Morta- lità costantemente in calo dal 1969, con alcune diffe- renze per area geografica e sesso. Centro: in entrambi i sessi, TSD sempre più bassi dei valori nazionali. Sud e Isole: tra le donne, TSD quasi sempre più elevati del riferimento. Tra gli uomini, tendenza invertita con va- lori più alti solo dal 2011. Nord-Ovest e Nord-Est: dal 1969, la mortalità maschile supera la media nazionale, rispettivamente, fino alla fine degli anni Novanta e alla fine degli anni Ottanta.
Tassi Standardizzati Province pugliesi: la mortalità maschile è inferiore a quella italiana; leggermente più alta a Foggia e Taranto nel periodo 2013-15. La morta- lità femminile è mediamente in linea con quella nazio- nale, sempre più bassa tra le Leccesi, più alta nelle pro- vince di Foggia, Brindisi, BAT e, soprattutto, Taranto.
Mortalità per cardiopatia ischemica
Tassi Standardizzati Ripartizioni Italiane: Anda- menti di mortalità decrescenti in tutte le ripartizioni
Cardiopatia ischemica nelle province pugliesi e nelle ripartizioni italiane 79
italiane in entrambi i sessi. Nord-Ovest e Nord-Est: Uomini e donne mostrano TSD più elevati di quel- li nazionali fino agli anni Novanta. Centro: valori più bassi della media nazionale fino alla fine degli anni Ottanta, poi si allineano ad essa. Sud: Tra gli uomini, valori inferiori alla mortalità nazionale; tra le donne, valori superiori fino alla fine degli anni Ottanta. Ten- denza alla crescita in entrambi i sessi nell’ultimo quin- quennio. Isole: nei due sessi, TSD inferiori ai valori nazionale.
Tassi Standardizzati Province pugliesi: mortalità maschile con TSD sempre inferiori alla media italiana. I valori più alti si osservano nella provincia di Brindi- si e Taranto. I tassi più bassi, nella provincia di Bari, Lecce e BAT (2010-2015). Tra le donne, i TSD nella provincia di Brindisi superano la media nazionale dal 1987 al 2015 e nella provincia di Taranto, dal 1981 al 1991. Nella provincia di Lecce, valori sempre più bassi del riferimento, superato solo nel 2013-2015.
Discussione
Nel nostro lavoro abbiamo evidenziato che in Ita- lia, dal 1969 al 2015, la mortalità per tutte le cause per 10.000 abitanti diminuisce tra gli uomini del 53,9%, tra le donne del 56%. La mortalità per cardiopatia ischemica per 10.000 abitanti diminuisce del 63,3% nella popolazione maschile e del 69,7% in quella fem- minile. Tale diminuzione contribuisce in maniera de- terminante al trend in discesa della mortalità per tutte le cause. Inoltre, abbiamo notato che la diminuzione della mortalità per cardiopatia ischemica procede con differente andamento nell’arco temporale esaminato: è rapida dal 1969 fino alla fine degli anni ’90, rallenta dal 2000 e tende quasi a stabilizzarsi nell’ultimo decen- nio nel Sud Italia, in entrambi i sessi. A ciò potrebbe anche contribuire il progressivo invecchiamento della popolazione.
In letteratura, la riduzione della mortalità per car- diopatia ischemica è stata osservata dagli anni ’80, In Italia (6), nei Paesi industrializzati (America setten- trionale, Europa occidentale, Regno Unito e Irlanda, Giappone, Australia e Nuova Zelanda) (7, 8) e nei Pa- esi in via di sviluppo (9-10). Questi studi hanno utiliz- zato il modello statistico IMPACT (Coronary Heart Disease Model) per analizzare il differente contributo
della terapia medica e chirurgica e dei fattori di rischio “classici” (tabagismo, colesterolo totale elevato, iper- tensione, obesità, diabete mellito e inattività fisica) sui trends di mortalità per cardiopatia ischemica. Si ritie- ne concordemente che la riduzione della mortalità per cardiopatia ischemica dipenda, in percentuali diverse, dalle migliorate possibilità terapeutiche e chirurgiche della malattia e dall’acquisita consapevolezza dell’im- portanza della prevenzione, in grado di ritardare o im- pedire l’insorgenza della patologia.
Abbiamo inoltre riscontrato che, nelle Isole, in en- trambi i sessi, vi è la più bassa mortalità per la cardiopa- tia ischemica, con valori sempre inferiori alla media na- zionale. Nel Sud e nelle Province pugliesi, il rischio di mortalità per tutte le cause e per cardiopatia ischemica è più elevato nelle donne. Per la cardiopatia ischemica abbiamo evidenziato i più alti valori di mortalità in en- trambi i sessi nella provincia di Taranto e, soprattutto Brindisi, in cui si nota la più alta mortalità femminile.
Questi dati supportano l’ipotesi che, oltre ai fat- tori di rischio “classici”, anche i fattori nutrizionali e ambientali giocano un ruolo importante nella preven- zione delle malattie cardiovascolari. In particolare, ad iniziare dal Seven Countries Study of Cardiovascular Diseases (11), numerosi studi epidemiologici hanno ri- portato una stretta associazione tra dieta mediterranea e minore incidenza e/o mortalità di malattie cardio- vascolari. Inoltre, altri importanti studi epidemiologici retrospettivi e prospettici hanno descritto la correla- zione tra malattie cardiovascolari e inquinamento am- bientale (12).
Conclusione
Nelle Isole, la bassa mortalità per cardiopatia ischemica potrebbe essere correlata anche con lo stile di vita, le abitudini alimentari degli isolani che, come le popolazioni di alcune zone costiere del Mediterraneo, sono probabilmente più inclini al consumo di prodotti tipici della dieta mediterranea.
La più elevata mortalità femminile al Sud e nelle Province pugliesi potrebbe essere dovuta ad una mag- giore prevalenza, nel sesso femminile, di comorbilità che determinano un elevato rischio cardiovascolare (diabete, dislipidemia, insufficienza renale cronica, pregresso stroke, ecc..).
P. Minelli, E.A.L. Gianicolo, M.R. Montinari
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La ricostruzione storica dei trends di mortalità per la cardiopatia ischemica, per un arco temporale di 80 anni, conferma nelle province di Taranto e soprattutto Brindisi, un quadro sanitario compromesso e conco- mitante con l’inizio del processo di industrializzazione.
Bibliografia
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Corrispondenza: Maria Rosa Montinari
Dipartimento di Scienze e Tecnologie Biologiche ed Ambientali, Università del Salento, Lecce E-mail: [email protected]